Aspetto ancora il vaccino

Aspetto ancora il vaccino

Che marasma qui in Toscana vaccinar chi ne ha l’urgenza
e l’attesa è cosa vana e diventa un’indecenza:
magistrati ed avvocati, belli in fila per benino
manco si son vergognati di ricorrere al vaccino.

Ben per primi, che sorveglian la giustizia
non per loro, ma pel popolo meschino
che subisce, grazie a loro, il disdoro e la mestizia:
io protesto per davvero e nemmen col capo chino.

Non è tutta colpa loro, se c’è da magna’ se magna,
cosa importa del decoro, che ben venga la cuccagna.
Governanti illuminati (?) – obliando tosca gloria
di virtuosi antenati, che nel mondo han fatto storia –

delle caste portentose si son fatti paladini
innescando minacciose, con fiammiferi e zolfini,
reazioni motivate del negletto vaccinando
che non sa né come, dove e persino se e quando.

Io son tra quei negletti, confinati in prigionie
e poiché siamo vecchietti, pur se mancan le diottrie,
non dobbian sopportar sgarbi e ricevere pretesti
tanto ormai, s’è visto tardi, a noi toccan solo i resti.

Or che ormai ventenne sono, e perfin per quattro volte,
al dolor non mi abbandono e sopporterò le “botte”
ma nell’urna prima o poi, bien piegata ed adagino
metterò il gran scontento per quel tardo mio vaccino.

Anna da Prato

FATEMI DAVVERO RIPOSARE IN PACE

Quale infausta memoria di me Dante
lo ricordar lontano il mio trapasso;
d’istorie mie or voi ne dite tante
che in veritate mi pesano addosso.

Voi nati in quel paese solatio,
ove tra monti e valli il bel sì suona,
non cale a me di vostro ciangottio
che la me lingua amata fa cafona.

Non valsemi gagnar sì tanta fama
e varcar ahi lasso inospitali cerchi
pe’ l’italico cantar sì grande idioma
ché del bell’eloquiar voi siete tirchi.

Or che riposo in ospitale Emilia
penso allo scriver mio con penna d’oca
e ai marchingegni per voi mirabilia
che al pensier riservan cosa poca.

“Amor ch’a nulla amato amar perdona”
con chiara voce soleansi sì appellare,
ma lo scriver ahimè or si bastona
e con due “like” or tutto può bastare.

“La bocca mi baciò tutto tremante”
risòna a voi con tono ben patetico
e tanto a voi risulta sì aberrante
che il bacio risolvete con gli “emoticon”.

Or bene gli è che in questo antro oscuro
le mi ossa stanche di cotal storielle
in pace eterna restino in futuro
desiando a voi di riveder le stelle.

Anna da Prato

Ma sarà la volta buona?

Governar, si sa, in Italia non è gioco da bambini,
qui da noi ci vuol la balia che accudisca i birichini.
Tanti e tanti ci han provato nella nostra lunga storia,
tanto fiato si è sprecato e la prova un po’ aleatoria.

Ma mi chiedo, ed assai spesso, se noi discoli italiani
siamo un popol genuflesso al volere dei “sovrani”.
Io di certo non ci sto, e con me neppure voi,
a pensare neanche un po’ che non siamo degli eroi,

che sopportan con pazienza chi, per voglia o pe’ ambizione,
con intrigo e intrallazzo, non ha poi nemmen la faccia
di sapere star insieme e operar per la nazione
senza darci l’imbarazzo della loro figuraccia.

Or che fatta è l’ammucchiata, e lo scopo lo sappiamo:
risanar la nostra patria, se la man metton sul cuore,
diligenti allor saremo e per questo ora invochiamo,
con fiducia ed empatia, l’assistenza del Signore.

Pur pregar dobbiam San Giorgio, or che i Conti son saltati:
dacci forte ancor l’appoggio e così sarem salvati;
pe’ una volta, con fervore, tu dei santi tra i più bravi,
sii clemente e, per favore, non uccider tutti i Draghi!

Anna da Prato

Si può sorridere in tempi di Covid 19?

In qualche modo dovremmo cercare di farlo.

Dallo scautismo ci viene insegnato che anche nella cattiva sorte occorre reagire con tenacia e convinzione (lo scout sorride e canta nelle avversità), supportati dalla certezza che nella vita ogni ciclo che si apre, trova poi anche la sua conclusione. In ciò ci aiuta la continua raccomandazione di papa Francesco di far ricorso alla speranza che non inganna ma che non va confusa con l’ottimismo.

Constatare che sono centinaia di migliaia le vittime di questa pandemia non aiuta certo a sollevarci lo spirito per lo sgomento che ci provoca, come pure le situazioni spesso tragiche di persone o esercenti che hanno perso lavoro, clienti e risparmi e che non sanno come poter tirare avanti mentre si allungano le file davanti ai centri della Caritas.

Sembra tuttavia che ancora non si sia ben compreso – specialmente in molte fasce giovanili – che tanto o forse tutto dipende dal nostro comportamento che, se virtuoso e non egoistico, può farci superare i rischi pandemici, non ultimo anche con l’aiuto del vaccino.

Nonostante ciò, in tutti noi di ogni età c’è il vero desiderio di potersi presto riabbracciare con i figli o in comunità, di stringerci le mani, di sorriderci a bocca scoperta e aperta e, perché no? di fare calde risate, nonostante tutto, perché un po’ di umorismo e di allegria può comunque alleggerirci dall’angoscia patita.

Rovistando a caso sul web, trovo e mi fa sorridere pensare che, all’inizio del lockdown, uscire per la spazzatura poteva considerarsi una botta di vita, oppure vedere che la lavatrice accettava solo tute e pigiami e, se ci mettevi i jeans, appariva la scritta “devi stare a casa”, o che i nostri poveri cagnolini non ne potevano più delle decine di uscite giornaliere per la pipì. È strano constatare che fino ad oggi avevamo sempre avuto il piacere di conoscere persone positive….., ma ora?

Viene anche logico pensare che questo virus deve averlo inventato una donna che in un solo colpo è riuscita ad eliminare il calcio, chiudere i bar, tenere lontana la suocera e avere sempre il marito a casa. Ed è logica l’osservazione di un giovane che considera che non avrebbe mai pensato di vietare ai suoi genitori di uscire di casa. Ci viene anche raccomandato che per combattere il virus occorre mangiare due spicchi d’aglio: non serve a niente ma ci terranno tutti a distanza di sicurezza.

Inoltre alla nostra veneranda età non ci saremmo mai immaginati di uscire di casa con la giustificazione. Comunque dovremo prima o poi pensare anche alle nostre vacanze e i posti consigliati quest’anno sono: Divano Marittima, Cucina d’Ampezzo e Forte dei Bagni.

Infine lo sapete che un panda mangia circa 10 ore al giorno e una persona in quarantena mangia come un panda? Per questo si chiama pandemia. In ultima, davvero carina: nella prossima puntata de “Il decreto”, Giuseppe Conte si innamora.

Suvvia, so che dovrò portare pazienza e farmi coraggio e non è detto che io debba impazzire stando in casa: ne parlavo poco fa con il frigorifero.

Anna da Prato