Campo Bibbia 2024

Resuscitò il Signore , e nei giorni 5-6-7 Aprile 2024 ha avuto luogo in quel di San Martino di Figline il settimo Campo Bibbia nazionale del Masci.

 E’ la settimana di Pasqua ed ancora si diffonde nell’aria l’annuncio della resurrezione del Cristo. La primavera bussa alle porte e gli alberi si rivestono di fiori e nuove foglie. In mezzo alle colline del Chianti regnano il silenzio ed i nuovi profumi. Il sole ormai scalda la terra e gli ulivi muovono lentamente le loro fronde.

Il tema del Campo è il Vangelo di Marco, piccolo scrigno di tanta ricchezza. Sul suo sfondo aleggia l’immagine di Pietro quale suggeritore per il suo “figlio” Marco.

Si tratta del primo, in ordine di tempo, fra i quattro Vangeli (circa il 56 d.C.), scritto in stile conciso, ma che gode ancora della presenza fisica di Pietro che verrà martirizzato nel 67 d.C.

E con Pietro sono ancora presenti molti che hanno vissuto le vicende del Cristo, soprattutto fra gli appartenenti alla comunità di Gerusalemme. Non si possono inventare storie, i testimoni sono ancora viventi.

Non è un Vangelo voluminoso, anzi, abbastanza conciso, ma in esso è ben presente il Xerigma, l’annuncio della passione morte e resurrezione di nostro Signor Gesù Cristo.

Sia Matteo che Luca terranno ben presente il Vangelo di Marco: ad esso attingeranno, completandolo attingendo anche ad altre fonti presso le varie comunità cristiane che in breve tempo sono nate in tutto l’impero romano.

Il Vangelo di Marco si sviluppa in tre parti: Gesù in Galilea; Un intervallo in cui Gesù fa una verifica con i suoi discepoli; Gesù a Gerusalemme dove entra nella gloria la Domenica delle palme e subisce il martirio nei giorni successivi, ma anche dove risorge il terzo giorno come aveva annunciato.

Marco termina il suo Vangelo così:

“Chi cercate? Voi cercate Gesù nazzareno, il Crocifisso”. Non Colui che ha fatto miracoli, ma “il crocifisso”.

E questo è l’emblema della nostra fede: “il Crocifisso”.  “Oggetto di scandalo per i Giudei e follia per i pagani; ma per quelli che sono chiamati, siano essi Giudei o Greci, un Cristo che è potenza di Dio e sapienza di Dio.” (1Cor.1,23-24) Attraverso quella croce Dio ci ha assicurato la salvezza e la gloria eterna.

La “Buona Novella” si diffuse immediatamente nei paesi dell’impero romano e già alla  fine del 1° secolo la nuova dottrina, che da essa scaturisce, è ben formata. Essa si esplica ben precisa nei primi documenti cristiani come la “Didachè”, le Lettere di Ignazio di Antiochia e nell’apologia “A Diogneto”,

argomenti trattati la Domenica a chiusura del Campo.

E’ stata una bella esperienza apprezzata da tutti i partecipanti al campo svoltosi in un’atmosfera di serenità, fratellanza, riflessione e preghiera.

Marino

Comunità di Arezzo

Scende il Dio della pace in un mondo bruciato dalla guerra.

Gli angeli continuano a cantare: “…e pace in terra agli uomini…”, ma oggi il cannone copre il loro canto. Non solo gli uomini non sentono quel canto, ma, peggio ancora, non lo vogliono sentire.

Altri doni oggi cercano gli uomini e sono diversi dal dono della pace. Al dono dell’amore si risponde con il desiderio dell’odio. Alla pace si preferisce la guerra che scaturisce dal risentimento, dal desiderio di oppressione dell’uomo sull’uomo, dal voler imporre a tutti gli altri il proprio sentire, dal cercare il proprio tornaconto.

Quel paradiso che un giorno Dio trasferì sulla terra perché anche tutti gli uomini ne godessero, non esiste più. La storia di Caino ed Abele scaturita agli inizi del nostro tempo, si ripropone oggi ogni giorno sulla nostra terra. Quante guerre, quanti morti, quante lacrime inondano oggi il nostro piccolo mondo! E quanta indifferenza da chi, vivendo nel benessere, attraversa la nostra vita!

La Scrittura Ti invoca ancora:” Vieni, Signore, non tardare.”

Io Ti dico: “Come non mai abbiamo bisogno di Te, della tua pace, del tuo amore, della coscienza che siamo tutti figli di Dio e quindi tutti fratelli pervasi dell’amore di un unico Padre; ma venire oggi tra gli uomini è pericoloso per Te.

Molti Ti odiano nei fratelli che incontrano, perché diversi, perché poveri, perché senza patria e con in cuore un gran desiderio di trovarne una. Molti la riconoscono loro, purché non sia la propria.

Avevi creato il mondo per tutti, ma alcuni se ne sono appropriati. Hanno tracciato confini di divisione, hanno creato barriere per respingere, matasse di filo spinato o muri di cemento per tenere stretto solo per sé il mondo che avevi creato per tutti.

Le nostre terre, i nostri mari risuonano di pianti; ma chi è nel benessere non vuole sentire, perché non vuol condividere. Al massimo creiamo per loro delle zone “franche” per lavarsi la coscienza, ma non si vuol condividere una casa comune.

Impera, Signore, la legge dell’ “io” e l’ “altro”, ci siamo dimenticati del “noi”. Un giorno dicesti:” Quando il Figlio dell’uomo tornerà, troverà ancora la fede sulla terra?”

Io non lo so, Signore; certamente, se continueremo a cancellare il tuo messaggio di pace e di amore, non troverai più il senso di fraternità che Tu vi hai portato.

Quel tuo comandamento:” Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato” rischia di diventare sono una misera eco.

Marino

Tintoretto – “Caino uccide Abele”

Giornata di Spiritualità” alla Verna. Appunti

La Preghiera come colloquio con Dio

“E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”.  (Gv. 1, 14)

“Non ho posto la mia dimora troppo in alto né troppo in basso perché tu non possa dire che non ci potevi arrivare.”

Il nostro è un Dio presente, è l’inquilino della porta accanto. Passa per la via e ti bussa. Tu sei libero di aprire o di lasciarlo fuori.

Anche tu, uscendo sulla strada, puoi bussare alla sua porta e Lui si sentirà in dovere di aprirti.

Le religioni tendono a porre Dio lontano dagli uomini, perché lo percepiscono troppo potente, troppo perfetto, troppo etereo.

La religione cristiana, attraverso il Cristo, ha annullato tutte le distanze e lo ha chiamato “Padre”.

E’ così che lo dobbiamo percepire: un padre che cammina accanto a te e, quando il cammino si fa faticoso, ti prende sulle sue spalle e continua a fare strada;

un padre che non dice sempre di sì ad ogni tua richiesta, ma che ti vuole bene anche quando non soddisfa i tuoi desideri;

un padre che sa quale sia il bene per i suoi figli e verso quello li conduce fornendo loro la forza necessaria quando la strada si fa impervia.

Il nostro Dio è un Dio che, oltre a figli, ci chiama “amici” e l’amicizia fa crollare ogni barriera.

Con l’amico ci si confida, a lui si dicono le cose più nascoste. A lui ci si affida perché sappiamo che su di lui possiamo contare.

Con lui siamo veramente un cuor solo ed un’anima sola.

Questi sono i sentimente a cui si deve conformare la nostra preghiera.

Marino, comunità di Arezzo

“La preghiera: il nostro colloquio con Dio”

Incontro di spiritualità, La Verna 11-12 novembre 2023.

https://www.laverna.it/

Domenica 12 novembre, il gruppo Masci Toscana è tornato a casa attraversando i lunghi
chilometri di nebbia che hanno nascosto il monte La verna ,ma nel cuore di tutti brillava un
bel sole caldo.

L’estate di San Martino ce l’avevamo dentro, dopo la bellissima esperienza della giornata
dello spirito 2023. L’anno scorso l’appuntamento è stato rimandato per fare spazio
all’assemblea nazionale, ma quest’anno dalle 17:00 dell’11 novembre alle 17:00 del 12,
abbiamo vissuto un giorno di ritrovata amicizia e rinnovato entusiasmo.

I momenti forti di questo nostro incontro sono state le riflessioni di Marino Monachini, il
nostro responsabile regionale Fede e la gioiosa testimonianza di suor Daniela Biasi,
francescana.

Ambedue ci hanno guidati in un percorso di consapevolezza del nostro rapporto esclusivo
con Dio, che si realizza quando ci isoliamo nella preghiera personale.
Abbiamo convenuto che è in questi momenti che il legame filiale tra gli uomini e un Dio che
ci chiede di chiamarlo Padre, vive la sua pienezza.

Dopo il suo intervento , suor Daniela ci ha chiesto di appartarci all’interno del meraviglioso
complesso del Santuario della Verna, per sperimentare quanto detto in una mezz’ora di
solitudine per parlare e metterci all’ascolto,al cospetto di Nostro Signore.

In seguito,nei gruppi, ci siamo raccontati il nostro modo di intendere la preghiera ,l’ascolto e
le nostre attese, visto che in genere preghiamo per chiedere.Ci siamo anche detti, però
,quanto è importante anche il ringraziamento per tutti i doni ricevuti.

Le nostre preghiere comunitarie, la Santa Messa della domenica, la recita dell’ora nona con i monaci, la processione dal Santuario alla Cappella delle Stimmate, hanno arricchito e
riempito di senso questa nostra giornata. La calda ospitalità, il buon cibo, i nostri canti, le
risate… hanno fatto il resto!

Eravamo una cinquantina e, tenendoci per mano, durante l’immancabile cerchio di chiusura ,ci siamo dati appuntamento al prossimo anno, se Dio vorrà che la nostra festa continui……

Lucia Calabrese, comunità Masci Prato.

18^ TEMPO DEL CREATO E GIORNATA DELLO SCAUTISMO ADULTO 2023

“Che scorrano la giustizia e la pace”
(Amos 5, 24)

Il messaggio che Papa Francesco ha consegnato alla Chiesa per la diciottesima Giornata Mondiale di preghiera per la Cura del Creato prende il via da un versetto del profeta Amos (Am 4, 24) “piuttosto come le acque scorra il diritto e la giustizia come un torrente perenne” e il simbolo è “Un Fiume Possente”. La scelta di questo versetto, non è secondaria: il Papa intende mettere in chiaro che parlare di Cura del Creato, di conversione ecologica e di preghiera per la madre Terra non può essere solo questione di parole quindi siamo chiamati a unirci al fiume della giustizia e della pace, ad impegnarci per la giustizia climatica ed ecologica.

L’urgenza cresce e dobbiamo fare una pace vera con la Terra e sulla Terra. Essa è la nostra casa comune: accogliente, benefica ed amica.

La giustizia, invece, ci chiama al pentimento ed a un cambiamento di atteggiamento e di azioni. Quando ci uniamo al fiume della giustizia e della pace con gli altri, viene creata la speranza invece della disperazione. Si può costruire un’economia di pace invece di un’economia basata sul conflitto. Le nostre preghiere devono invocare giustizia non solo per gli esseri umani ma per tutta la creazione.

Anche quest’anno la Giornata di Preghiera per la Cura del Creato da inizio a un percorso che durerà fino al 4 ottobre, festa di San Francesco, universalmente riconosciuto come il Santo del Creato per antonomasia: la terra è la casa di tutti e perciò tutti ci sentiamo chiamati a diventarne fedeli custodi e assumere ” un senso di responsabilità”: essere vigili e desistere dai comportamenti malvagi a partire dallo sfruttamento sconsiderato di ciò che Madre Terra ci offre.

Accogliendo l’invito del Papa il MASCI Viareggio 3, sostenuta dalla sua Magistra Tania, ha organizzato per la giornata del Creato 2023 un week end di attività denominato ” Acqua – Cambiamento climatico e rapporto con le piante”.

Il programma dell’iniziativa ha previsto alle ore 16,00 di sabato 30 settembre l’intervento del dott. Alberto Biffoli, esperto in scienze agrarie ed ambientali, che nel corso della conferenza ha illustrato la situazione attuale dei boschi e delle foreste e le misure da adottare per un futuro più sostenibile.

Le foreste rappresentano il più importante serbatoio di biodiversità, garantiscono la protezione del suolo, la qualità dell’aria e delle acque, inoltre hanno la funzione di assorbimento di carbonio svolgendo così una protezione naturale contro gli effetti del dissesto ecologico. Le azioni da intraprendere per salvaguardare l’ambiente forestale è necessario che esse siano gestite in modo sostenibile e esperto per prevenire i danni da incendi, siccità ed aumentare la velocità di ripresa del bosco dopo questi eventi.

Alle 18,00 è stata celebrata la messa nella Parrocchia di S. Paolino – Viareggio.
Domenica, poi, siamo partiti dalla visita del Parco della Villa Borbone proseguendo con una lunga passeggiata fino al mare all’interno del Parco Naturale Migliarino-San Rossore, durante la quale, guidati dal Prof. Tomei Paolo Emilio, docente di botanica e profondo esperto e conoscitore di tutte le specie vegetali presenti nel territorio, abbiamo toccato con mano il rapporto tra la foresta presente nella zona diversi millenni fa e il bosco di oggi, somma della flora superstite e l’intervento dell’uomo.

Oltre, ovviamente, alla partecipazione della ns comunità e molte persone interessate, abbiamo avuto il piacere della partecipazione delle comunità di Capezzano, di Massa e di Prato che ringraziamo.

Il sentiero che attraversa la Riserva Naturale della Lecciona ( il nome deriva dalla presenza nella villa di un leccio risalente a circa 300 anni ) è di particolare valore ambientale e naturalistico perché permette di attraversare tutti gli ambienti naturali che fanno parte del Parco dal bosco fino alla spiaggia libera della Lecciona, sicuramente una delle più belle spiagge allo stato naturale che si trova nel Parco.

L’itinerario parte dal Viale dei Tigli, che unisce Viareggio a Torre del Lago Puccini, proprio davanti a Villa Borbone, sede di un centro visite del Parco aperto tutto l’anno e procede in direzione del mare fino alle dune costiere, attraversando la Riserva Naturale della Lecciona consentendo al visitatore di incontrare tutti gli ambienti più significativi della Macchia Lucchese.

La custodia della creazione con tutte le sue creature è carità, è amore, è azione, è ascolto….

Antonella Micali
Addetta Stampa comunità Viareggio 3

La messa degli scout livornesi per Don Minzoni

Il 23 agosto a Livorno le comunità di adulti scout MASCI di Livorno, insieme a scout dell’AGESCI, hanno celebrato una Santa Messa in ricordo e suffragio per la beatificazione di Don Giovanni Minzoni.

La Santa Messa è nata dalla ricorrenza del centenario della morte di Don Giovanni Minzoni, parroco di ARGENTA (Ferrara) assassinato per mano fascista per aver fondato due Riparti ASCI di 70 esploratori nella sus parrocchia. In questo stesso giorno, ad Argenta, il Cardinale Matteo Zuppi, Presidente della CEI, ha celebrato la ricorrenza alla presenza di tutto l’associazionismo scout cattolico italiano.

Gli scout cattolici livornesi si sono così riuniti presso la Parrocchia di Nostra Signora di Fatima, nel quartiere popolare di Corea, per celebrare insieme il ricordo del primo martire dello scoutismo italiano.

Don Giovanni Minzoni è stato un sacerdote testimone del proprio servizio e di fede, mettendo la sua vita a servizio dell’educazione dei giovani nella sequela del Signore, fino all’estrema conseguenza del suo martirio.

Alla Santa Messa, celebrata dall’assistente ecclesiale del MASCI Livorno 2, Don Matteo Gioia, erano presenti anche Massimo Stefanini, Segretario Regionale del MASCI Toscana, Sara Baroni e Francesco Sbolci, Responsabili di Zona dell’AGESCI Livorno e anche i soci del Centro Studi di Scoutismo Labronico “Arrigo Vallebona e Frida Gabbrielli”.

La Santa Messa è stata vissuta nella semplicità dello stile scout, con i canti tipici della tradizione scout, un discorso introduttivo sulla figura di Don Minzoni è stato fatto da Domenico Zucca, magister della comunità MASCI Livorno 2, ed un’omelia di Don Matteo Gioia incentrata sul valore della testimonianza e dell’impegno educativo ed ecclesiale di Don Minzoni, la cui attualità ci interroga ancora oggi nell’educare le nuove generazioni di cristiani al servizio.

Don Giovanni Minzoni rappresenta per tutto lo scoutismo cattolico e per la Chiesa intera un testimone autentico di cui fare memoria e custodirla; in quasi ogni città d’Italia c’è una via a lui intitolata, ed è per questo che conoscere, riscoprire e valorizzare la sua figura è di grande importante per lo scoutismo cattolico italiano.

Campo Bibbia Nazionale 2023

Intervista a Marino Monachini, incaricato Fede del MASCI Toscana, organizzatore e
responsabile del sesto campo Bibbia Nazionale, tenuto a San Martino di Figline il 14/15/16
aprile 2023.

L. Caro Marino, l’ultimo campo Bibbia pre-covid che avevi organizzato era previsto per il 21
febbraio 2020, il giorno stesso in cui è stato accertato lo stato di pandemia. Forse il Signore
ci ha voluto bene, perché l’appuntamento era già stato annullato per una rara indisponibilità
della nostra biblista, Agnese Cini Tassinario.

M. È vero, in questi tre anni abbiamo avuto problemi e perdite che ci hanno profondamente
ferito, ma non abbiamo perso il desiderio di rivederci per continuare il percorso intrapreso e
stavolta la nostra guida è stato Don Angelo Silei.

L. Nei cinque campi precedenti il gruppo dei partecipanti aveva studiato e meditato L’Antico
Testamento ci puoi raccontare il resto di questo cammino?

M. Avevamo percorso insieme a Mosè ed ai Profeti l’itinerario del popolo che Dio si era
scelto come portatore del messaggio della salvezza.
La Genesi e l’Esodo ci avevano introdotto nella storia del popolo d’Israele che, seppur
piccolo, aveva un grande messaggio da parte di Dio da portare agli uomini. “Piccolo gregge”,
ma la verità che aveva in seno avrebbe sbaragliato ogni impero e si sarebbe imposto a tutta
l’umanità. Una storia tormentata: spesso allontanandosi da ciò verso cui Dio lo indirizzava,
veniva ricondotto al suo Signore dalle parole dei suoi profeti.
Osea, Isaia, Geremia, di cui abbiamo esaminato i vari Libri sotto la guida della nostra biblista
Agnese Cini Tassinario, hanno tenuto vivo il messaggio di Dio all’umanità, un messaggio di
amore, di speranza, di certezza in un mondo migliore, messaggio in cui un Dio si confonde
con l’umanità perché questa torni a Lui, la Sua sorgente.
Edotti dalla storia di un popolo abitato da Dio, siamo passati in questo “Campo” a
considerare il realizzarsi di quel messaggio divino attraverso il Cristo, figlio Suo, fratello
nostro, con lo studio dei santi Vangeli.
Dopo una introduzione a questi, quello di Matteo è stato il primo ad essere preso in esame
quest’anno.
Un approfondimento particolare lo abbiamo fatto sul “Discorso della montagna” ,
soffermandoci soprattutto sulle “Beatitudini” e quello che rappresentano nel nostro mondo di oggi. I trenta partecipanti hanno letto, meditato e discusso sul testo, confrontandosi ed
esaminando la propria condotta in relazione al testo stesso.

L. Quest’anno, per la prima volta, il campo ha avuto un nuovo relatore…

M. Si, ci ha guidato magistralmente don Angelo Silei, profondo conoscitore della Sacra
Scrittura, sia del Primo come del Nuovo Testamento. Grazie anche alla sua conoscenza
personale della Terra Santa, dove tutto si è svolto, ci ha fatto toccare con mano un popolo
ed una terra che sono all’origine della nostra fede.
Il suo linguaggio semplice, accessibile a tutti, ci ha fatto comprendere e meditare sui grandi
misteri su cui si fonda il nostro credere di cristiani.

L. Ti posso chiedere come vi siete organizzati per l’accoglienza e soprattutto per i pasti?

M. Ci ha aiutato in tutto una nostra comunità di adulti scout che, in cucina, ha provveduto ad
alimentare egregiamente il nostro corpo mentre noi alimentavamo il nostro spirito con le
parole del Vangelo.

L. Come definiresti l’esperienza appena conclusa?

M. Ritrovarci numerosi insieme a meditare le cose di Dio e la storia della nostra salvezza è
stata un’avventura bella e gratificante. Fa bene al corpo ed all’anima fermarci ogni tanto a
riflettere su quanto Dio ha a cuore la storia ed il fine dell’uomo.

L. Obiettivo raggiunto, dunque, e la conclusione, anche stavolta, non può essere che un
arrivederci all’anno prossimo.

M. Se Dio vorrà ci ritroveremo per continuare il cammino intrapreso, magari con un pò di
affanno in più, ma con una voglia sempre giovane di stare fraternamente insieme!

Grazie, Marino, per quello che hai fatto e per quello che potrai ancora fare per le nostre comunità!

Lucia Calabrese Crescenzo Comunità di Prato.
Incaricata alla comunicazione MASCI Toscana.

“Abbiamo riso per una cosa seria”

Come in diverse edizioni di ABBIAMO RISO PER UNA COSA SERIA, anche quest’anno molte delle comunità MASCI della Toscana hanno aderito a questa operazione con entusiasmo e fantasia.

Alcune realizzeranno un banchetto di sensibilizzazione e distribuzione, altre organizzeranno una “risottata” in parrocchia ecc, chi ne ha di più ne metta… Siamo fatti proprio così, la fantasia e creatività non ci mancano e, quando crediamo in un progetto, facciamo del nostro meglio.

Quest’anno la mission 2023 è quella di dotare il villaggio di ASRAMA in TOGO di un’unità chirurgica mobile. Nell’area della foresta di Asrama ci vivono circa 50.000 persone che basano la loro sussistenza prevalentemente su attività agricole. L’obbiettivo è in particolare quello di ridurre la mortalità materna che oggi è ancora molto elevata.

Le città coinvolte in Toscana sono Arezzo, Borgo San Lorenzo, Capezzano Pianore, Figline Valdarno, Firenze, Grosseto, Livorno, Massa, Pontremoli, Prato, San Giovanni Valdarno, Viareggio.

23-03-2023

Massimo

Volantino ufficiale dell’operazione “Abbiamo riso per una cosa seria”